Ho sempre avuto un rapporto molto conflittuale con l’alimentazione carnivora, quando vedo una bistecca penso al “nasone” delle mucche e non alla bontà della carne.
Sono cresciuta in una casa piena di animali, da cortile e da compagnia, animali che puntualmente giungevano alla loro fine per via delle “sapienti mani di mia nonna”.
Una cosa che spesso mi diceva era che loro lo sapevano che dovevano morire insomma a detta sua ci ringraziavano per le amorevoli cure che in vita gli avevamo dedicato. Ovviamente questo discorso non mi ha mai convinta.
Potete immaginare quindi il tipo di ambiente nel quale sono cresciuta, a contatto con la morte animale fin dalla più tenera età, cose normali fin dal tempo dei tempi direte voi!!
Beh! Si dico io, ma anche no!
In adolescenza, per il classico conflitto generazionale ho smesso di mangiare carne.
Poi, come tutti, sono cresciuta e ho sviluppato una consapevolezza più profonda che mi ha portato ad una dieta quasi totalmente vegetariana e a delle scelte di acquisto consapevole, rispettose per l’ambiente e sicuramente più salutari.
E voi direte che c’entra questa cosa con i gioielli? C’entra eccome dico io.
Avete presente il brodo per i cappelletti del Natale, ecco visualizzatelo…avete presente poi il pezzo di osso che gli dà quel sapore così emiliano romagnolo e quell’aspetto corposo, denso e grasso, ecco.
Non so quando nella mia mente è scattala la scintilla e mi sono detta “vediamo che succede”; so che fin dal primo momento è stato amore, la sua superficie, il colore e la sua durezza mi hanno esaltato ed entusiasmato immediatamente.
A volte sento quasi la necessità di lavorarlo, perché è una cosa che
mi riporta quasi al primitivo, mi aiuta a ritrovare l’essenza vera dell’artigianato.
Perché artigianato vuol dire anche questo, FARE BENE CON QUELLO CHE SI HA.
Se ti interessa avere un monile unico e dal forte richiamo alla terra contattami, essere un po’ tribali aiuta a ritrovarsi.