Queste righe sono state pensate per raccontare un po’ meglio la mia esperienza nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.
Sono partita stanca, dal caldo prima di tutto e dal lavoro delle settimane precedenti alla partenza.
Il viaggio in macchina è stato scorrevole, ma il vero viaggio è cominciato nel momento in cui uscita dalla A14 sono entrata in A25, un’autostrada deserta che attraversa perpendicolarmente l’Appennino abruzzese, qui come se avessi girato pagina, ho cominciato ad allungare lo sguardo e ad alzarlo verso i profili dei monti che mi circondavano, lo faccio spesso quando guido, guardo a dx e sx cercando tracce, movimenti o particolari che richiamano la mia attenzione, mi perdo con l’immaginazione e mi immergo totalmente nel paesaggio.
Avevo già fatto un’esperienza di volontariato, nel 2021 nelle foreste casentinesi e mentre guidavo verso Bisegna (AQ), persa in un paesaggio che cambiava curva dopo curva, pensavo e mi chiedevo come sarebbe stata questa seconda esperienza.
Il gruppo è fondamentale in queste esperienze, può fare realmente la differenza tra 7 giorni BELLISSIMI o 7 giorni IMPEGNATIVI.
Com’era il gruppo?
Giovane, parecchio, e io che giovane lo sono stata un po’ di anni fa ho osservato con curiosità queste nuove generazioni alle prese con le dinamiche della loro età.
È stato inevitabile che in alcuni momenti il GAP generazionale mi rendesse rigida e allo stesso tempo ho notato con soddisfazione che il mio allenamento fisico e la mia resistenza fossero di gran lunga “migliori” di quelli di questi GGGiovani temerari, con la pressione bassa e la tachicardia!!! Poi mi sono ritrovata ad osservarli con un po’ di “presunzione” quella tipica degli adulti nei confronti dei ragazzi e allo stesso tempo con quella sorta di sana invidia per la loro età e per gli anni che hanno ancora davanti.
Ho capito molto, ho affinato il dono della pazienza e della tolleranza.
Quindi nonostante a volte questo gruppo lo abbia guardato con aria di “no, questo proprio non lo accetto e se fossi tua mamma ti darei una bella sberla” ho apprezzato molto il mettersi in gioco di alcuni dei membri e il cercare di trovare la propria strada facendo esperienze che possono segnare positivamente la propria crescita, e anche se il gruppo delle foreste casentinesi rimane IL GRUPPO, questo mi ha insegnato a pormi nelle situazioni con flessibilità e apertura, sia mentale che di cuore, quindi GRAZIE giovani compagni di volontariato.
Detto questo ora vi racconto invece della parte più intima ed emotiva di questa esperienza.
Sono partita con la voglia di conoscere meglio quella terra così selvaggia che è l’Abruzzo e quella realtà così incredibile che è il PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO LAZIO E MOLISE, dove si sta cercando con fatica di evitare l’estinzione dell’orso bruno marsicano (ne rimangono circa 60 esemplari).
Tutto, come molte di voi sanno, è nato durante l’ascolto del podcast ORSA MINORE, ascolto che mi ha dato l’input per la creazione della collezione AGLI ORSI PIACE IL MIELE e ascolto dal quale poi è emersa la voglia/necessità di fare qualcosa di concreto e tangibile.
Ho cominciato a seguire le attività del parco e le varie iniziative proposte e appena ho visto il calendario dei turni di volontariato ho inviato la mia richiesta.
Mi hanno consigliato loro di devolvere una parte degli incassi della vendita dei gioielli a @salviamolorso associazione che si occupa di rendere il territorio dove vive l’orso un territorio sicuro dove questo meraviglioso plantigrado e l’uomo possano coesistere.
Ogni giornata è stata unica, vissuta con consapevolezza e umiltà, curiosità ed entusiasmo; ogni giornata ha avuto un solo grande obbiettivo, che nel mio caso era quello del FARE QUALCOSA, grande o piccola, che lasciasse un segno positivo del mio passaggio.
Il mio grande desiderio di vedere un orso un po’ alla volta ha lasciato lo spazio al mio desiderio di NON vederlo, perché un orso che diventa confidente è un orso esposto a notevoli rischi, un orso che diventa una star dei social è un orso in pericolo.
Siamo disposti a fare un passo indietro?
Siamo disposti a tenere in tasca il cellulare e goderci “semplicemente” il momento, tenendolo per noi, memorizzato nella nostra memoria (quella vera) e nel nostro cuore?
Siamo disposti a capire dove è bene fermarsi?
Ho conosciuto alcune delle voci narranti del podcast, ho pianto in un abbraccio consolatorio che mi sento ancora addosso, quello qui in foto con Daniela D’amico, ho visto la determinazione nello sguardo di che ci ha coordinato: HO PERCEPITO UN OBBIETTIVO COMUNE, quello di salvare l’orso, con inevitabili sbagli, con decisioni impopolari nella ricerca di un compromesso tra economia e salvaguardia di un territorio fragile e bellissimo.
Ho capito che un passo indietro è l’unico modo per andare avanti e ho capito che le persone possono davvero fare la differenza.
Tutto questo e molto altro in realtà l’ho vissuto in 7 incredibili giorni, dove sono uscita dalla mia CONFORT ZONE per capire e conoscere: questo è un augurio che faccio a tutt* voi: uscite dalla vostra quotidianità, abbiate una causa nella quale credere, cercate la vostra battaglia e CREDETECI, fino in fondo.
Ale
6 risposte
Brava Ale,donna forte che da paga ai giovani.
Ma anche “selvaggia” al punto giusto per queste belle esperienze.
Spero salvino tutti gli orsi ,loro sono a casa e non dobbiamo interferire. Baci Ale
Cara Ale, grazie per il tuo messaggio e per le tue parole.
SELVAGGIA, mi piace molto.
Per salvare l’orso serve lo sforzo di tutti, anche nostro, che a distanza possiamo parlare di attenzione e consapevolezza. Ci spero tanto anche io, le persone che ho incontrato ce la mettono tutta e questo mi da una piccola prospettiva felice.
Un abbraccio, Ale
Cara Alessandra, leggendo queste tue emozioni, capisco ancor di più che splendida persona sei… quanto amore e quanta passioni impieghi, in ciò in cui credi e quando ti si incontra, i tuoi occhi luccicano e sfavillano di questa energia! Sono davvero felice di averti conosciuto lungo i sentieri del nostro Mondo !
Ciao Daniele, che belle parole grazie mille.
Domanda: sei Dany del corso di escursionismo???
CIAOOOOO e grazie di nuovo, Ale
Ciao, grazie per aver raccontato questa bella esperienza. Nei tuoi gioielli trasmetti tutte le emozioni che provi stando in natura.
Quando ho visto la tua vetrina a Meldola, ho capito che eri speciale ed ho incominciato a seguirti… Ed ho comprato un gioiello, non si vive di sola poesia!!!!
Ciao Giuseppina, grazie per il tuo messaggio, si in effetti vivere di poesia non è purtroppo possibile, ma sono felice che le mie emozioni arrivino sia dai miei gioielli che dai miei racconti. Grazie ancora e W L’ORSO, Ale